L’Italia è un paese ricco di tradizioni gastronomiche e paese che vai, specialità che trovi! Anche il più piccolo paesino o borgo sperduto tra le colline ha la sua ricetta tradizionale che viene celebrata nella sagra annuale di paese. È una certezza su cui poter contare, la gastronomia italiana è talmente ricca che un prodotto comune a tante regioni ha piccole varianti che hanno a che fare con gli ingredienti, gli odori e anche il metodo di preparazione. Un prodotto che si può trovare in lungo e in largo nel Belpaese è sicuramente il salame e gli insaccati più in generale. Sono prodotto della gastronomia legati saldamente al loro territorio, spesso di origine contadina. Gli insaccati nascono dall’esigenza dei contadini di conservare le carni a lungo nel tempo in cantina e renderla anche facile da trasportare.

Come si prepara la bondiola

L’insaccato per eccellenza è il salame e nel territorio del ferrarese si chiama bondiola. Si tratta di un particolare tipo di salame che viene fatto ancora secondo l’antica ricetta tradizionale. L’ingrediente principale è il quinto quarto cioè i tagli meno nobili del maiale come lingua, cotiche, orecchie che vengono arricchite con l’aggiunta di lardo per dare più sapore. Una volta tagliati a pezzi, l’impasto è aromatizzato con del vino rosso, pepe in grani, sale, aglio, cannella e chiodi di garofano in polvere. La cottura avviene per almeno due ore e solo a questo punto insaccato nel budello per la fase della stagionatura.

Come si consuma

È un procedimento che si differenzia molto da quello usato per i cotechini. Infatti, il cotechino non si conserva molte e viene servito durante le festività legate al Natale. Invece, le bondiole hanno una conservazione più lunga e si possono consumare in primavera e con le festività pasquali.

In base alla tradizione, la bondiola viene cota in un sacco di tela immerso in una pentola di acqua legato a un legnetto. L’insaccato non deve mai toccare i lati della pentola durante la cottura che ha una durata di almeno 4 ore.